"Al Condominni" poesia brillante in dialetto parmigiano di Bruno Pedraneschi,letta da Enrico Maletti

Estratto di un minuto del doppiaggio in dialetto parmigiano, realizzato nell'estate del 1996, tratto dal film "Ombre rosse" (1939) di John Ford. La voce di Ringo (John Wayne) è di Enrico Maletti


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“Parmaindialetto” è nato il 31 luglio del 2004. Quest’anno compie 16 anni

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venerdì 20 dicembre 2013

La Cappella Universitaria vi invita sabato sera 21 dicembre alle ore 21.00 nella Chiesa di San Rocco, Via Università, 10 al Reciltalconcerto Storie di Natale (a cura di Paolo Azzimondi e La Compagnia del Vino).

 
Il tutto nasce ancora una volta dalla penna acuta dello Scrittore Paolo Azzimondi, che in questo caso utilizza le sue Storie per accompagnare chi legge e ascolta a fare due passi nel Mistero del Natale.
Non ci sono equivoci: qui si parla del Natale-Natale: un Dio che decide di farsi uomo, per capire meglio l’Uomo. E allora nasce come nasce ogni bimbo, senza irrompere, ma entrando delicatamente nel mondo. Nel modo più naturale, attraverso l’accoglienza di una coppia di persone semplici, come noi. Tra lo stupore di alcuni, la non completa comprensione di chi passa di lì.
Pietro Marcotti, che nella Compagnia suona l’armonica e canta, ricorda ciò che diceva Mark Twain: “L’uomo è animale religioso per eccellenza. E le canzoni che raccontiamo sono infatti tante storie di spiritualità cercata, sperata, inseguita o ripescata dall’infanzia, indipendenti da un “credo” ufficiale che a volte rischia di essere scontato, o dato per certo e indiscutibile, (ma comunque tenuto in conto, rispettato). Per esempio la prima canzone è CERCANDO SPERANZA… quasi fosse una persona o un’idea, una forza salvifica. Poi LA PREGHIERA DELL’ASINO o COME QUESTO FIAMMIFERO sono ricerche e invocazioni molto terrene, desideri di infinito che si vorrebbe non si perdessero. BABBO NATALE (orecchiabile blues in dialetto reggiano) poi è una cronaca natalizia dell’infanzia: si vorrebbe tornasse, non andasse più via. Sono canzoni con un messaggio universale, per tutti, al di là delle convinzioni religiose. Siamo tutti alla ricerca di un qualcosa di “eterno e più grande” rispetto alle vicende quotidiane, ai nostri schemi e abitudini.
Lo dice il “Re Magio”: arrivato al bivio di un dunque, sente la necessità di andare “là” dove sta nascendo qualcosa.
Insomma, l’uomo che crede e che sogna (quindi l’uomo che ha fede) scopre in queste ballate un’occasione per pensare, commuoversi, e può farlo battendo il piede al ritmo coinvolgente di alcuni pezzi.
Penso che sia una bella occasione pere scambiarci gli auguri, con discrezione e senza proclami, e vivere più umanamente le feste natalizie a presto don Umberto 

 
Tgnèmmos vìsst
 

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