"Al Condominni" poesia brillante in dialetto parmigiano di Bruno Pedraneschi,letta da Enrico Maletti

Estratto di un minuto del doppiaggio in dialetto parmigiano, realizzato nell'estate del 1996, tratto dal film "Ombre rosse" (1939) di John Ford. La voce di Ringo (John Wayne) è di Enrico Maletti


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domenica 11 agosto 2013

Il Vangelo della domenica. La felicità, amare gli altri e non le cose, Commento di don Umberto Cocconi.





Pubblicato da Don Umberto Cocconi  il giorno domenica 11 agosto 2013 alle ore  16,01


Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
 
Che cosa muove la nostra vita? Che cosa ci fa partire?La vita, l’esistenza non è statica, ma estatica etende alla bellezza. Il nostro cuore va dove trova tesori: “Dov’è il vostro tesoro, la sarà il vostro cuore”. Cioè, la vita si muove per una passione, è il sentirsi innamorati che ti fa uscire date. «Uscire da sè, dai piccoli perimetri del sangue verso il grande giro delle stelle, dal cortile di casa verso il ponte sospeso sull’abisso, verso la patria grande che è l’uomo, che è il mondo» (Ermes Ronchi). Per che cosa batte, quindi, il mio cuore? Che cosa cerca? Di che cosa ha nostalgia? Il cuore è la casa dei nostri desideri e delle nostre aspirazioni. Dimmi che cosa hai nel cuore e io saprò qual è il tesoro che tu cerchi.Ancora una volta Gesù ci ordina di non lasciarci possedere dalle cose perché queste allora possiederanno il nostro cuore e perciò non saremo di certo liberi. Le cose mentre ti seducono ti possiedono, diventano “il signore della tua vita”. Paradossalmente, Gesù, dice di scegliere la via del non avere niente, di fidarsi di lui, perché Dio è il vero padre e sà dare cose buone ai sui figli: non cose, ma Lui stesso. Da ricchi che siamo dobbiamo farci poveri per arricchire gli altri, perché a loro volta essi arricchiranno altri e così via all’infinito. I denari che hai non saranno di certo al sicuro, neppure nei moderni forzieri della banca, saranno di certo una merce preziosa per i ladri, oppure un buon pasto per i parassiti. La domanda vera èquesta: che cosa muove la mia vita? Lungo quale asse mi muovo? Della gratuità, del dono, del servizio, oppure del possesso, dell’avere, del dominio? Ciò che cambia la vita sono gli incontri. L’incontro genera luce!Gli incontri sono lo splendore della vita, il viaggio è per incontrare altri miei simili. Quando due persone si incontrano, le loro stelle si fondono per ravvivarsi e donarsi energia reciprocamente. Come quando si mette un ceppo sul fuoco, vicino ad un altro, la fiamma si ravviva e divampa. Se una persona resta privo di incontri per molto tempo, la stella che splendeva in lui, piano piano si affievolisce fino a spegnersi.
 
Ci siamo mai immaginati il paradiso? La descrizione che Gesù ce ne dà è superlativa, e quasi quasi viene la voglia di “scollinare”. Ma se il paradiso è così non viene la voglia di andarci subito? Il paradiso è prima di tutto il luogo dell’incontro, degli incontri, della festa, della condivisione.Scoprirai che tu sei l’atteso, tu sei l’ospite d’onore, tu, il servo, sarai trattato come un principe. C’è un Dio che indosserà un grembiule, ti farà sedere a tavola e si metterà a servirti. Quando tu entrerai nella casa di Dio, sperimenterai la gioia nel sentirti accolto come un figlio, che ritrova la sua casa, coccolato e servito. Non ci saremmo mai aspettati una sorpresa di questo genere, di trovare un Dio che indossa un grembiule, che si rimbocca le maniche per chinarsi su di te. Quindi non solo in terra, ma anche in paradiso, Dio non perde il suo vizio di mettersi al servizio l’uomo. Come mai non c’eravamo arrivati prima a scoprire che, se Dio su questa terra è colui che si mette a servire l’uomo, non farà la medesima cosa anche in Paradiso? Lui non si riposa mai, perché dare la sua gioia a te! Averti finalmente nella sua casa è il massimo della sua letizia. Lui ha trepidato fino all’ultimo, ha fatto di tutto perché tu non ti perdessi e ora la sua casa è tutta per te. L’uomo per Dio non è un servo, non è uno schiavo, non è un suddito, ma la realtà più preziosa. Come ti senti a sapere in anticipo ciò che ti attende? A questo proposito rivolgo la domanda a un non credente e a un credente, ecco le loro risposte.“Come non credente rimarrei prima di tutto meravigliato della scoperta dell’esistenza del paradiso.
 
Poi la meraviglia si trasformerebbe in una gioia immensa e io, come un figlio prodigo, tornerei dal mio Dio, a chiederGli umilmente perdono. Ma lui mi avrà già perdonato prima ancora che io lo sapessi, perché Lui invitandomi ad entrare in casa sua  -nel paradiso-  per servirmi come se io fossi un Re mi fa scoprire  cosa significa davvero sentirsi accettati e amati”. L’altro interpellato, he afferma di essere credente dice: “Provo un’infinita felicità nell’esser certo che il paradiso esiste e nel sapere che c’è chi mi attende e mi aspetta con trepidazione.  E avere la certezza che lì c’è quel Dio che ho sempre cercato di servire, e che ora, a sua volta, servirà me, mi lascia inebriato. Mi farà sentire ancor prima il calore di una casa e di un amore unico e immenso, senza pretese e mi farà sentire quel desiderio di arrivare lì, al più presto possibile, perché, una lunga attesa sembra quasi un’agonia”.Ma è un sogno tutto questo? Un tale ha definito la religione l’oppio dei popoli. La religione come la proiezione dei nostri desideri. Quindi nel cuore dell’uomo esiste davvero questo desiderio di un Dio capace di amarmi, nonostante io abbia amato più le “cose” che Lui stesso. Non vorrei svegliarmi, se questo è un sogno,perché è così bello immaginare un futuro di questo genere. Di fantasia l’uomo ne ha, ma immaginare una cosa così, saremmo mai stati capaci di sognarla? «Prenderà un grembiule, li farà sedere a tavola e si metterà a servirli». In questi gesti di profonda umiltà ci viene delineato il vero volto di Dio che ancora una volta, non immaginiamo come egli veramente è. Qualcuno, il nostro nemico ci ha sedotti ammaliandoci, facendoci credere che solo se avessimo amato le cose avremmo potuto essere felici. E’ nella storia di Gesù che noi possiamo intravedere il vero volto di questo Dio che non solo ci ama gratuitamente ma nello stesso tempo ci fa comprendere che solo nel volto dell’altro c’è la vera felicità.AffermaRubin, un mistico dell’Islam: «Oh uomo, viaggia da te stesso in te stesso, perché da un simile viaggio la terra diventa purissimo oro». La vita altro non è che un pellegrinaggio verso il luogo del cuore, verso la Trinità.
(DON UMBERTO COCCONI).
 

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