"Al Condominni" poesia brillante in dialetto parmigiano di Bruno Pedraneschi,letta da Enrico Maletti

Estratto di un minuto del doppiaggio in dialetto parmigiano, realizzato nell'estate del 1996, tratto dal film "Ombre rosse" (1939) di John Ford. La voce di Ringo (John Wayne) è di Enrico Maletti


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venerdì 1 febbraio 2019

DALL'AMICO LORENZO SARTORIO RICEVO E PUBBLICO. CON UN DISEGNO DI PEPO MONICA. LA SERIÓLA


Stando alle antiche usanze e ai vecchi adagi per la Candelora ( 2 febbraio) < se ‘l sol al bata in- t-la candlén’na cuaranta dì d’invèron s’incamén’na>, oppure < se la candlén’na la fa ciär a gh’é märs ch’al torna znär>.
Il 2 febbraio il calendario popolare festeggia, infatti, la (), data un tempo molto importante e significativa per i nostri vecchi che precede d’un soffio San Biagio, che si celebra domani, (ultimo mercante da neve secondo la massima popolare parmigiana che vuole ). Antica festa celtica < Imbolc > veniva celebrata dal tramonto del sole del 31 gennaio alla notte del 1° febbraio. Era detta dai celti anche , poiché il periodo coincideva con il primo fiorire del latte nelle mammelle delle pecore. Per i celti, ad , molti segni annunciavano il rifiorire della vita ad iniziare dai semi in terra che iniziavano a germogliare e al giorno che si allunga. Per la civiltà celtica era dunque una festa di purificazione ripresa dal cristianesimo con la chiamata anche della in quanto, secondo l’usanza ebraica, una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva recarsi nel Tempio per purificarsi. Il 2 di febbraio, infatti, cade 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù. Per la un tempo impazzavano le più strane previsioni meteo dalle più pessimistiche alla e più ottimistiche e possibiliste : < par la Serióla o ch' a piova o ch’a néva o ch’a nasa la viola>, < par la Serióla da l’invéron sèmma fora>. Invece per i lunigianesi: < Alla Candelora de l’inverno semo fora. Ma se la piova o la tira vento de l’inverno semo drento>. Un fiorire di adagi popolari per dire che il 2 di febbraio è una data che dovrebbe segnare una tappa importante per l’inverno decretando la sua fine oppure alcuni suoi colpi di coda. La chiesa celebra questa giornata con la benedizione delle candele simbolo liturgico che simboleggia l’accendersi della vita divina nei battezzati. Un tempo, era convinzione del popolo che la candela ricevuta dalle mani del sacerdote, una volta portata a casa e appesa sopra il letto o chiusa nel cassettone tra la biancheria, esercitasse benefici influssi contro le forze del male, quindi la si usava al capezzale dei moribondi e la si accendeva per la nascita di un bimbo. In caso di mal di gola, il più anziano (a) della famiglia, incrociava due candele benedette, a digiuno, e le appoggiava sotto la gola dell’ammalato facendogliele baciare. Quando scoppiava qualche temporale estivo e la gente dei campi aveva il timore che i nuvoloni neri si trasformassero in grandine, le bruciavano l’ulivo benedetto nella proprio con la candela della . Ma anche le bestie venivano da eventuali epidemie con la candelina magica del 2 febbraio mentre nei paesini di montagna venivano sciolti pezzettini della candelina benedetta in un cucchiaio di ottone per curare i geloni nelle mani causati dal freddo.
LORENZO SARTORIO


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