l quotidiano cittadino oggi, domenica 6 ottobre 2013, ospita una lettera del direttore di stadiotardini.it sulla questione della tettoia a protezione dei diversamente abili ospiti del Tardini, che anche oggi per il derby Parma-Sassuolo saranno lasciati esposti alle intemperie
Gentile direttore,
la Gazzetta di Parma di giovedì 3 ottobre ha pubblicato un articolo di Vittorio Rotolo che riportava nel titolo la promessa dell’ad del Parma FC Pietro Leonardi: “Riqualificheremo il Tardini che è la nostra casa”. Bene, speriamo che ciò avvenga al più presto, perché ce n’è davvero bisogno, ma, ragionevolmente, temo che i tempi saranno lunghi: intanto, però, sui tifosi in carrozzina del Tardini continuerà a piovere addosso – come già purtroppo avviene da alcuni anni a questa parte, nonostante i reiterati appelli, di un loro portavoce, Fabio Giarelli, rimasti sempre inascoltati – giacché coprire il settore diversamente abili con una semplice tettoia sembra essere una impresa improba. Per la società Parma FC è stato molto più semplice ridisegnare la Tribuna Centrale Petitot, con la creazione di spazi dedicati all’upper class, con sky box e salottini, per i quali sembrano non contare le pastoie burocratiche o le cifre, più o meno modeste da investire, e che non sono ritenuti un inutile e costoso rattoppo come, evidentemente, è considerata la tettoia per i disabili, per la quale, Leonardi, come correttamente riportato dal vostro cronista, si è espresso con queste parole: «Non credo sia utile investire risorse per soluzioni tampone: a questo punto meglio concentrarsi su una serie di interventi complessivi, capaci di rendere più funzionale ed accogliente la struttura». Io credo che non si possa paragonare un intervento semplice e poco dispendioso come una semplice tettoia per i disabili del Tardini, alla decisamente più onerosa e complessa copertura della Curva Nord, peraltro promessa dallo stesso ad dopo il diluvio di Parma-Roma 2012: anch’io convengo sia meglio
inserire quest’ultima nel contesto di un totale rifacimento dell’impianto, ma proteggere
dalle intemperie i diversamente abili è un dovere civico non ulteriormente procrastinabile,
cui non dovrebbe più sottrarsi né la società di calcio che gestisce lo stadio, né il Comune di
Parma che ne è il proprietario.
Gabriele Majo
Direttore responsabile
di www.stadiotardini.it
Parma, 5 ottobre
la Gazzetta di Parma di giovedì 3 ottobre ha pubblicato un articolo di Vittorio Rotolo che riportava nel titolo la promessa dell’ad del Parma FC Pietro Leonardi: “Riqualificheremo il Tardini che è la nostra casa”. Bene, speriamo che ciò avvenga al più presto, perché ce n’è davvero bisogno, ma, ragionevolmente, temo che i tempi saranno lunghi: intanto, però, sui tifosi in carrozzina del Tardini continuerà a piovere addosso – come già purtroppo avviene da alcuni anni a questa parte, nonostante i reiterati appelli, di un loro portavoce, Fabio Giarelli, rimasti sempre inascoltati – giacché coprire il settore diversamente abili con una semplice tettoia sembra essere una impresa improba. Per la società Parma FC è stato molto più semplice ridisegnare la Tribuna Centrale Petitot, con la creazione di spazi dedicati all’upper class, con sky box e salottini, per i quali sembrano non contare le pastoie burocratiche o le cifre, più o meno modeste da investire, e che non sono ritenuti un inutile e costoso rattoppo come, evidentemente, è considerata la tettoia per i disabili, per la quale, Leonardi, come correttamente riportato dal vostro cronista, si è espresso con queste parole: «Non credo sia utile investire risorse per soluzioni tampone: a questo punto meglio concentrarsi su una serie di interventi complessivi, capaci di rendere più funzionale ed accogliente la struttura». Io credo che non si possa paragonare un intervento semplice e poco dispendioso come una semplice tettoia per i disabili del Tardini, alla decisamente più onerosa e complessa copertura della Curva Nord, peraltro promessa dallo stesso ad dopo il diluvio di Parma-Roma 2012: anch’io convengo sia meglio
inserire quest’ultima nel contesto di un totale rifacimento dell’impianto, ma proteggere
dalle intemperie i diversamente abili è un dovere civico non ulteriormente procrastinabile,
cui non dovrebbe più sottrarsi né la società di calcio che gestisce lo stadio, né il Comune di
Parma che ne è il proprietario.
Gabriele Majo
Direttore responsabile
di www.stadiotardini.it
Parma, 5 ottobre
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