di Francesca Porta 16 gennaio 2013
L'Unione
Nazionale Pro Loco d'Italia ha istituito la Giornata nazionale del dialetto e
delle lingue locali. L'intento? Ricordare l'importanza culturale e storica dei
dialetti e intraprendere azioni concrete per salvaguardarli.
Piemontese e
sardo, milanese e siciliano, veneto e romano, emiliano e napoletano, friulano e
pugliese: le lingue locali e i dialetti parlati in
Italia sono
centinaia. Per non dire migliaia. Ogni comune italiano ha il suo idioma, il suo
accento, la sua inflessione linguistica. E ognuno è simbolo delle nostre
radici, della nostra storia.
Per ricordare questa grande
ricchezza linguistica, l'Unione Nazionale Pro Loco
d'Italia (UNPLI) ha
istituito quest'anno la Giornata nazionale del dialetto e delle
lingue locali. L'appuntamento, fissato per il 17
gennaio, sarà riproposto ogni anno con eventi e iniziative
organizzate dalle Pro Loco di tutta Italia.
Si comincia appunto nel 2013 con la
nascita di un Premio letterario nazionale intitolato Salva
la tua lingua locale: l'iniziativa, che sarà presto presentata
a Roma, raccoglierà opere inedite in prosa e poesia scritte nelle diverse
lingue d'Italia. Diverse altri appuntamenti sono in programma a Milano, Pavia (non nuova a questo genere di
iniziative), Firenze, Venezia, Bologna, Napoli e nella maggior parte
delle città e dei comuni italiani (>>qui
l'elenco completo degli eventi).
La Giornata nazionale del dialetto
sarà celebrata anche sul web: il 17 gennaio l'UNPLI invita infatti gli utenti
della Rete a postare sui social network una frase nel
proprio dialetto d'origine.
La modernità e la tecnologia si incontreranno così con la storia e con l'antica
tradizione.
«Nel mondo ogni 14 giorni scompare
una lingua locale, portando dietro di sé tradizioni, storia, cultura», ha
dichiarato il presidente dell'UNPLI Claudio Nardocci. «Le Pro
Loco hanno raccolto questo grido d'allarme che si leva da ogni parte del mondo
sul fenomeno. Le lingue locali sono il collante che ci
unisce alle nostre radici, il tenue filo che ci tiene legati
alla cultura popolare e alla storia del territorio».
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