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sabato 9 marzo 2013

Ricordo di LUIGI FRIGERI. Questa sera a TV Parma ore 21 la lettura di “La Congiura di Fevdatäri” . Storia di Parma del 1612 scritta da Alfredo Zerbini in puro dialetto parmigiano. Con Luigi Frigeri, Enrico Maletti, Peppino Spaggiari e Anna Berta Ceci.




(Foto di Cristina Cabassa)
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Questo capolavoro in dialetto parmigiano è stato scritto dal poeta Alfredo Zerbini nel 1947. L’argomento è la congiura del 1611-1612 ordita dai feudatari parmensi contro Ranuccio I° Farnese quarto Duca di Parma. La congiura fu capeggiata da Barbara Sanseverino Sanvitale, contessa di Sala e marchesa di Colorno, una delle più belle, colte e vivaci gentildonne del suo tempo. Scoperta la congiura  il Duca condannò alla pena capitale Barbara Sanseverino e tutti gli altri feudatari compromessi. 

La sentenza venne eseguita in piazza Grande (ora Garibali), nell’angolo detto del criminale, fra via Repubblica e via Cavour,  sabato 19 maggio 1612 alla presenza di una enorme folla di popolo. Su quell’oscuro e tragico episodio della storia di Parma Farnesiana sembra risultare non si trattasse di una vera e propria congiura. Ranuccio I° Farnese, tenace, inflessibile continuatore della tradizione politica della sua famiglia, mirante soprattutto a debellare i potenti feudatari Parmensi e ad impossessarsi  dei loro immensi beni, ingigantì ad arte la reale consistenza di quel complotto e con quella sentenza di morte riuscì a segnare il crollo della feudale casata nello stato Farnesiano. 

Con la Congiura di Fevdatäri, più che un’opera storica, rigorosamente documentata, Zerbini riuscì a creare un’opera d’arte e di poesia dialettale Parmigiana. Il “poemetto storico-narrativo”, è diviso in quattro parti di venti sonetti ognuna: I Fevdatäri, La Congiura, Al Procés, La Gran Giustìssia. Francesco Squarcia, scrittore, critico e letterario allora scrisse: “La prima cosa che mi ha colpito è il fatto che il poemetto non soltanto è il primo esempio del genere storico-narrativo; ma segna anche un interessante tentativo di uscire da certe tenerezze dell’idillio piccolo-borghese, che ha si, creato anche delle cose graziose nella nostra poesia dialettale, ma è ormai troppo scontato, è oltre qualcosa di più che l’impeto popolaresco che il gusto narrativo del complesso cioè un tratto che incide più a fondo e che rivela un estro sicuro, una visione e una meditazione che sono ben propri dello Zerbini”.  

Gli interpreti della lettura sono gli attori dialettali Luigi Frigeri, Enrico Maletti, Peppino Spaggiari. I 4 sonetti  sono preceduti  dalla spiegazione in italiano di Anna Berta Ceci, la regia è di Enrico Maletti. Il pubblico parmigiano abituato a vedere Luigi Frigeri, attore dialettale e capo-comico scomparso nell’agosto scorso, nelle parti brillanti di commedie con intrecci comici e amorosi, si accorgerà con questa lettura di storia di Parma che non ha nulla di comico, che Frigeri è stato un attore completo. 
(Nella foto i lettori: Luigi Frigeri, Enrico Maletti, Anna Berta Ceci e Peppino Spaggiari.)

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